"Se cerchi l'infinito lo troverai nel sorriso di un bambino; abbi cura di quel sorriso, è l'anima del mondo"


lunedì 7 maggio 2012

Sostenere l'autostima nei bambini

È a partire dai primi anni di vita che il bimbo comincia a formare la propria personalità. Un modo assolutamente unico di pensare, reagire, giocare, amare… Ed è nello stesso periodo che forma i primi concetti del mondo che lo circonda e soprattutto di se stesso. Un processo delicato, in cui mamma e papà giocano un ruolo determinante. È il loro amore incondizionato, infatti, ad accrescere l’autostima del loro cucciolo, facendolo sentire una ‘persona’ degna di attenzione, stima e rispetto. 
L’autostima è una cosa delicatissima, soprattutto se parliamo di bambini. Noi adulti sappiamo bene come ci si sente in alcune situazioni e possiamo intuire che molti dei nostri problemi sono il risultato di come siamo stati trattati nella nostra infanzia, del modo in cui le persone significative si sono prese cura di noi.

In un articolo di Quimamme c’è un lungo elenco delle cose da fare e non fare, per aiutare il bambino a costruire la sua personalità con una buona dose di autostima

Ecco i comportamenti consigliati per rendere un bambino sicuro di sé.

- Cercate di capire il modo in cui guarda il mondo nelle diverse fasi del suo sviluppo. Un concetto essenziale: influirà sul grado di soddisfazione o delusione che proveremo quando le aspettative che avete nei suoi confronti saranno appagate o deluse.

- Create situazioni nelle quali il bambino possa riuscire bene. Non è vero che i bambini cresceranno forti, sereni e sicuri se sottoposti a critiche impietose, castighi o a quelli che sono definiti ‘fallimenti necessari’. Al contrario: è più educativo sperimentare il successo che il fallimento. I bambini hanno bisogno di sentire di essere competenti, cioè di riuscire bene in quello che fanno.

- Ponetevi obiettivi realistici, senza aspettarvi che il bambino si comporti come un adulto. E tenete conto anche delle differenze di maturazione e di sviluppo di ciascuno.

- Non date compiti generici o troppo complessi. Spesso, i compiti che i bambini devono eseguire sono troppo complessi e vasti per poter essere realisticamente svolti. “Metti in ordine la stanza”: è un obiettivo generico per la maggior parte dei bambini. Sentendosi sconfitti in partenza, non cercano nemmeno di cominciare. Meglio invece circoscrivere precisamente quali devono essere i compiti, comunicando le vostre aspettative con parole semplici, in modo che possa capirle. “Vorrei che, prima di andare a dormire, sistemassi le scarpe vicino al letto”, “Ogni volta che ti togli un vestito, riponilo nell’armadio o, se è sporco, mettilo tra i panni da lavare”.

- Se necessario, dategli una mano: eliminate gli ostacoli che possono metterlo in difficoltà e offrite i sostegni necessari perché raggiunga ciò che si propone di fare, lasciandolo però fare da solo.

- Dategli attenzione anche quando non la richiede. Non mostrate interesse solo quando il bimbo è triste oppure ha un problema, ma anche quando è di buon umore. Così non avrà bisogno di ricorrere a pianti o a sceneggiate per attirare l’attenzione.

- Prendete quindi l’abitudine di andare da lui, anche quando gioca tranquillo, per fargli una coccola, chiedergli come va o che cosa sta facendo. Non importa quali parole sceglierete: ciò che conta è fargli sentire che siete davvero felici di averlo con voi.

- Utilizzate le lodi invece dei rimproveri. I complimenti gratuiti e inaspettati sono quelli che più fanno piacere e stimolano a migliorare. I bambini percepiscono di essere amati e apprezzati senza condizioni né intenti educativi e nulla più di questo può rafforzarli in quello che gli psicologi chiamano senso di competenza. Passando nella sua stanza, per esempio, sforzatevi di chiudere un occhio sui pezzi di puzzle sparsi sul pavimento e complimentatevi invece per come ha disposto i pennarelli nell’astuccio.

- Cogliete l’’unica’ occasione in cui non ha rovesciato il latte durante la colazione e osservate con noncuranza: “Questa mattina sono stato molto contento di vedere il tavolo pulito”. La regola è semplice: invece di lamentarsi quando il bambino fa qualcosa che non va, elogiatelo tutte le volte che si comporta bene.

- Offrite premi e incentivi invece che punizioni. Qualunque gesto del genitore che sia inteso a punire, sia pur lievemente, suscita risentimento e quanto più la punizione è severa, tanto più intensa sarà l’indignazione del bambino. E a nessuno può venire voglia di emulare una persona verso la quale si prova risentimento!

- Fate il tifo per lui. Pur senza chiudere gli occhi davanti ai suoi difetti, trasmettetegli la sensazione che siete sicuri che ce la farà e che avete molta fiducia in lui.


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